La 488 GTB è la berlinetta a motore centrale più prestazionale e potente di sempre per Ferrari. Rappresenta inoltre il nuovo capitolo della lunga storia delle berlinette sportive con motore V8 posteriore-centrale, cominciata esattamente 40 anni orsono con la 308 GTB.
Un’auto straordinaria, destinata a sostituire un modello di grande successo, come la 458 Italia, e dichiaratamente ispirata a una vettura che rappresenta una vera e propria icona, nell’immaginario di ben più di una generazione: quella stessa Ferrari che un signore coi baffi amava far partire in derapata fra le strade delle Hawaii.
Il signore in questione era Tom Selleck, nei panni di Magnum P.I., e la sua auto era una 308 GTS, la versione spyder della 308 Gran Turismo Berlinetta, da cui, appunto, la sigla GTB.
Un’evoluzione, quella della stirpe che, con questo modello, compie quarant’anni (la 308 fu presentata nel 1975), davvero eccezionale. La 308, infatti, fu la progenitrice della 328 e della 348, a cui seguirono la 355, la 360, la 430 e, appunto, la 458 Italia. Uno sviluppo che evidenzia come Ferrari abbia lentamente mutato la destinazione di una serie di vetture da gran turismo a vere e proprie super car. In tal senso, se la 348 era una entry level a tutti gli effetti – un’auto la cui più diretta antagonista era la Porsche 911 – la 458 ha consacrato definitivamente il sorpasso di questa dinastia all’interno delle gerarchie sportive della casa di Maranello, con prestazioni del tutto paragonabili a quelle che, fino a qualche tempo prima, rappresentavano una prerogativa dei soli modelli speciali come la Enzo. Insomma, se con una 348 potevate passeggiare tranquillamente senza passare per degli sceicchi (o per dei calciatori), dalla 430 in poi la situazione è cambiatadefinitivamente. Avete mai visto girare una 458 Italia? È bassissima, lunga, il suo abitacolo è molto avanzato e alle sue spalle domina la scena un motore enorme, come su di un’auto da corsa. Un portento, però, nella guida, grazie ad un propulsore potentissimo (570 cv, contro i 400 della 360, in produzione fino al 2004) e a un telaio estremamente reattivo, al limite del nervosismo. Una combinazione capace di renderla un vero e proprio punto di riferimento per la migliore concorrenza.
La nuova Ferrari 488 GTB si inserisce in questo solco esposta ancora più in alto l’asticella. Il suo V8 da 3,9 litri, montato in posizione posteriore-centrale (ricordate quello che si diceva a proposito della nuova Nissan GT-R Nismo?), eroga 670 cv a 8.000 giri (la Lamborghini Huracán, ne fa 610), con una coppia massima di 760 Nm (560 per la Lambo) e con un tempo di risposta di 0,8 secondi a 2000 giri. Lo 0-100 Km/h è dichiarato in 3,0 secondi, mentre lo 0-200 Km/h in 8,3– la vostra macchina, probabilmente, ce ne mette 4 o 5 in più per arrivare alla metà. La potenza è scaricata a terra con un sistema denominato Variable Torque Management: nei rapporti più bassi la coppia a disposizione viene limitata per non mettere in crisi il retrotreno, mentre con l’aumentare della velocità, e con le marce più alte, viene progressivamente rilasciata per intero.
Grandissima cura è stata riposta nell’aerodinamica: la macchina, grazie anche ad uno spoiler attivo al retrotreno, ha il coefficiente di resistenza all’aria più basso mai raggiunto da una Ferrari di serie (1,67 cx). Il fondo vettura, inoltre, favorisce l’aderenza dell’auto, grazie ai vortici cui riesce a dare forma, con il passaggio dell’aria. Non ci sono notizie sul telaio, al momento. Quello che si sa, rispetto all’handling, è che la 488 GTB è stata in grado di girare a Fiorano in 1’23’’: due secondi più rapida della 458 Italia e in linea con l’ancor più potente F12berlinetta.
La 488 GTB è il nuovo riferimento in termini di reattività e immediatezza di guida, realizzando un salto generazionale rispetto alla 458 Italia, che era già il benchmark del suo segmento. La 488 GTB non evolve, ma stravolge il concetto stesso di velocità di risposta ai comandi del pilota, e li porta ad un livello che solo fino a pochi anni fa era riservato a vettura da competizione. Il driver ha la sensazione che l’unico limite all’accelerazione della vettura sia quello che egli decide di darsi, e che basti solo il tempo di pensare ad una manovra, perché la macchina la abbia già eseguita.
VIDEO UFFICIALE